I padri che dimenticano
Le relazioni finiscono, le famiglie cambiano. I motivi sono i più disparati, ma non rilevano. Talvolta le famiglie sfociano in nuove famiglie, talvolta no ma non rileva neppure questo. Le dinamiche mutano necessariamente e non è di certo possibile che la gestualità, gli aspetti ordinari dei rapporti genitori-figli subiscano dei mutamenti anche e soprattutto in temini di tempi (e di qualità ovviamente).
Se non si è presente h24 coi figli vanno ovviamente ricercate altre modalità, altri momenti, nuovi spazi.
Poi ci sono padri (ma anche madri eh?) che diminuiscono e talvolta scompaiono totalmente dalla vita dei figli. Come se questi ultimi fossero collegati – che lo sono – e che abbiano una sorta di responsabilità morale della rottura o che debbano pagarne lo scotto. Ma perché? Infliggiamo loro colpe che non hanno ma soprattutto un senso di abbandono che non può che obbligarli a conviverci a vita. Le loro relazioni verranno inficiate proprio da questo.
Sono di serie B perché sono sopravvenute altre relazioni? Valgono meno? Si è concentrati su altro?
Non si è più presenti al momento in cui vanno a dormire e li si copriva con la coperta, non si è più presenti quanto rientrano e hanno avuto problemi a scuola, litigi con gli amici, sconquassi emotivi di qualunque. E quindi? Beh, si vedono nel weekend. Che poi diventa ogni due. Che poi diventa uno al mese. Che talvolta diventa mai, forse a Natale. Dimenticati. Non si dimenticano i figli, li abbiamo generati e non possiamo dimenticarli, pure se siamo dall’altra parte del mondo ma soprattutto se sono ad un braccio da noi e che basta solo avere voglia di allungare.
Rifatevi una vita ma non dimenticateli, non saranno mai abbastanza grandi da poter vivere senza.